Per la mia nuova collaborazione con la compagnia “Il Teatrozzo “di Pasiano di
Pordenone, è stata scelta una delle commedie di maggior successo di Aldo De
Benedetti, celebre drammaturgo degli anni trenta, che scrisse questo “Da giovedì
a giovedì” alla fine degli anni ’50.
Vi si narra la storia di una coppia borghese apparentemente appagata della loro
vita coniugale, ma che nasconde in sé il germe della gelosia e
dell’insoddisfazione.
Paolo, avvocato di successo non riesce a comprendere le fantasie sentimentali
della giovane moglie Adriana, la quale, con afflato tipicamente romantico –
borghese, sogna un amore più soddisfacente e appagante.
Sua madre Letizia, impicciona e piuttosto libera di ideali, si accorge
dell’infelicità della figlia e lo fa notare al genero Paolo, il quale,
insospettito da alcuni strani comportamenti di Adriana, decide d’incaricare
un’agenzia d’investigazioni privata per farla sorvegliare per tutta una
settimana, da giovedì a giovedì per l’appunto, approfittando di una sua assenza
giustificata per cause di lavoro.
Tornato a casa dopo la fatidica settimana, che cosa scoprirà l’avvocato? Adriana
l’avrà tradito oppure no? Riuscirà la coppia a ritrovare l’armonia coniugale?
Questa di De Benedetti, sembra una commedia piuttosto innocua e brillante, e in
effetti si sorride parecchio, ma nel profondo nasconde la crisi dei valori
borghesi, l’ipocrisia del matrimonio e la difficile comunicazione dei sentimenti
tra uomo e donna.
Alla fine Adriana ce la farà a seguire l’esempio della sua celebre antenata,
quella Nora dell’Ibseniano “Casa di bambola”, ad abbandonare le regole borghesi
e a “crescere” come donna lasciando tutto alle sue spalle?
Al pubblico il piacere di scoprirlo.
La compagnia ha deliberatamente scelto questo testo per continuare un percorso
ormai annuale di approfondimento sul testo e sui personaggi, scelta non facile,
devo ammetterlo, poiché la commedia scritta da De Benedetti sembra in apparenza
di facile interpretazione ma in realtà nasconde insidie notevoli per attori non
professionisti perché i caratteri delineati dall’autore non sono così semplici
come potrebbero sembrare a una lettura superficiale.
Insomma, si è voluto alzare di gran lunga l’asticella per il salto da compiere,
ma credo in tutta franchezza che la sfida sia stata vinta!
Buon divertimento a tutti.
Carla Manzon
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